Ho accolto l’invito a scrivere Stanze da Riempire inizialmente con scetticismo: scrittrice non mi vedo, e chissà se qualcuno mai lo leggerà…
Poi ho pensato al passato, al presente e al futuro.
A chi a suo tempo ha pensato a me e si è preoccupato della mia educazione, del mio bene.
A chi incontro ogni giorno, e a come riuscire a cambiare il corso di una stagnante conversazione per arrivare al cuore.
A chi mi segue online, aspettando il momento di incontrarne qualcuno di persona.
E ancora: ho pensato a chi in chiesa non ci va più.
Potrebbe trattarsi di persone confuse intorno al senso della vita, magari a seguito di una tragedia personale; anime forse “parcheggiate” in congregazioni che dicono di credere ma non vivono una piena rinascita; oppure potrebbe trattarsi di persone in situazione opposta, cioè che credono, ma in quel credo si isolano.
Ho pensato ai cantanti, che girano negli stadi e anche in un mare di inquietudini esistenziali, a cui in qualche modo la musica riesce a dare un senso, ed è anche grazie a loro se ho preso le distanze da un modo troppo semplicistico di vivere la fede.
Ho pensato alle persone di cultura, a tutti quelli che si prodigano per il bene comune e la salvaguardia del nostro patrimonio, a chi insegue un sogno rimanendo in piedi nonostante le difficoltà crescenti. E che quando si dichiarano credenti mostrano una considerazione, un garbo e una sensibilità per l’arte, per la storia, per le persone, per la bellezza che suscita meraviglia.
Ho pensato agli anziani, che dall’idea del “troppo vecchio” rischiano di passare in un lampo improvviso al famigerato “troppo tardi”. Dio guarda al cuore, e il cuore deve riempirsi di incoraggiamento.
Ho pensato a tutti quelli che in generale non percepiscono Dio come modesto, che mai si accontenteranno di un parlare spicciolo, che vogliono Vita e non dogmi, a cui parole come famiglia o amore van di traverso, perché facilmente associabili alle loro infelici esperienze.
Infine ho pensato anche ai tanti leader cristiani a cui devo molto per avermi aiutato ad edificarmi attraverso i loro sermoni e i loro libri, e se posso restituire qualcosa, ho una voglia tremenda di farlo.
Questa è dunque la mia vita, in cui la spiritualità assume un ruolo centrale, sprone per chi la leggerà a cogliere l’invito del “cercate e troverete”. Sono cosciente di toccare argomenti che stanno a cuore a molti e di cui è molto difficile riuscire a parlare, ma bisogna decidersi a prendere il toro per le corna.
Spero di catturare l’interesse in special modo di chi è stufo di zone comode. Da quando ho cominciato a camminare sul sentiero di Cristo, mi son vista in situazioni atipiche, toccando con mano che non si conclude un bel niente senza Dio, che tutto procede da Lui, e tutto è in vista di Lui. Caramba, questa sì che è una vera novità!
Ho imparato due cose che NON sono Dio: religione e/o genio della lampada. Ho imparato che il suo mondo non è affatto utopia.
Potrei dire che la mia vita è cominciata sul serio da quando finalmente sono uscita di casa. Del periodo precedente ricordo poco, e quello che potrei tentare di dire è molto sbiadito, niente di diverso in fondo dal solito tran-tran…